Anno XI - n° 56

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Marzo/Aprile 2023

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Anno XI - n° 56

Marzo/Aprile 2023

La sicurezza sul lavoro non sia solo slogan


di Matteo Ariano [*]

Matteo Ariano 46

Il 28 aprile si celebra la giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, istituita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 2003. Come ogni anno si terranno interessantissimi convegni e dibattiti in cui verranno presentati grafici, tabelle e numeri sugli infortuni, ci saranno toccanti manifestazioni in cui verrà data la parola a chi ha avuto un infortunio sul lavoro e può ancora parlarne o a chi ha perso qualche proprio caro; in ogni caso, verranno suscitate commozione e/o rabbia. Poi, dal 29 aprile si tornerà – molto probabilmente – a lavorare come prima, dimenticandosi di quanto detto o ascoltato il giorno precedente.

Ariano 56 1In attesa di conoscere i nuovi dati dell’INAIL sull’andamento degli infortuni sul lavoro nei primi mesi del 2023, sappiamo che finora la media è stata di tre infortuni mortali al giorno. Le cronache quotidiane indicano che il fenomeno non è affatto in declino. Cosa si può fare, quindi, per invertire in modo deciso questa strada che sembra ineluttabile?

Nelle scorse settimane, il Senato della Repubblica ha approvato all’unanimità la proposta di istituire una “Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. Tuttavia, guardando al passato, possiamo dire che lo strumento non solo non appare nuovo, ma rischia di essere logoro, se non utilizzato fino in fondo.

Ricordiamo: la prima – e forse più importante – Commissione sulle condizioni di lavoro nelle aziende fu istituita nel 1988 e fu presieduta da Luciano Lama, già segretario generale della CGIL. Ad essa sono poi seguite altre commissioni parlamentari – monocamerali o bicamerali – cui è stato affidato il compito di indagare sulla sicurezza sul lavoro o, più precisamente, sugli infortuni sul lavoro. Anche nel corso della precedente legislatura, la diciottesima, fu istituita dal Senato una “Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

Gli obiettivi della Commissione attualmente istituita coincidono in massima parte con quelli della “sorella” istituita nella precedente Legislatura, che ha prodotto una corposissima relazione conclusiva, a seguito delle numerose attività d’inchiesta effettuate. Non dubitiamo che anche la nuova Commissione svolgerà attività, audizioni e altro ancora e lo farà con il massimo impegno dei suoi componenti.

Se, quindi, l’analisi del fenomeno sembra essere robusta per il susseguirsi di Commissioni di inchiesta nell’arco di diversi decenni, ciò che pare mancare è l’atto consequenziale: una commissione d’inchiesta nasce per produrre dati di conoscenza al decisore politico, così che poi questi possa decidere cosa fare rispetto al fenomeno analizzato. Se, invece, la commissione produce dati di conoscenza utili solo per qualche approfondimento teorico, non ha realizzato l’obiettivo principale per cui è stata costituita e il fenomeno su cui intendeva indagare rimarrà irrisolto, destinato a essere oggetto d’inchiesta di una successiva Commissione.

Ariano 56 2Eppure, i temi da affrontare e risolvere a livello politico e normativo – se davvero si volesse contrastare in modo serio il tema degli infortuni – non mancherebbero. Eccone alcuni: tipologie di rapporti di lavoro che si prestano ad abusi; mancanza di norme sulla rappresentatività sindacale, che consentono l’applicazione di contratti pirata; necessità di inserire forme di salario minimo, a garanzia dei lavoratori; l’importanza di mettere a fattor comune il patrimonio di conoscenza dei vari soggetti istituzionali coinvolti nelle attività di vigilanza e di riattivare gli organismi di confronto con le parti sociali; l’urgenza di rimpinguare gli organici del personale ispettivo e di medicina del lavoro; la necessità di usare fino all’ultimo centesimo i fondi destinati alla prevenzione presso l’INAIL; la previsione di una Procura nazionale sul lavoro, per avere un soggetto istituzionalmente dedicato e specializzato; l’inserimento della sicurezza sul lavoro come materia di studio nelle scuole; la disciplina dell’alternanza scuola-lavoro; l’introduzione di un sistema premiale che ricompensi o punisca le imprese, a seconda che siano virtuose o meno sul versante della salute e sicurezza sul lavoro.

Nelle scorse settimane, il Governo sembra aver fatto dietrofront sulla chiusura dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e sul suo rientro nella compagine ministeriale. Il motivo di questo ripensamento non appare ancora del tutto chiaro, ma ci permettiamo di suggerire che l’occasione potrebbe essere buona per aprire una discussione seria e franca nel Paese su come migliorare la vigilanza sul lavoro e la prevenzione degli infortuni, evitando che la sicurezza sul lavoro resti solo uno slogan. Quadrato Rosso

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona Onlus

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