Anno XII - n° 62

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Marzo/Aprile 2024

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Anno XII - n° 62

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Globalizzazione, economia reale e finanziaria


di Matteo Ariano [*]

Matteo Ariano 46

Secondo uno studio della Banca d’Italia pubblicato qualche anno fa[1], il mondo produttivo e imprenditoriale italiano ha sostanzialmente retto il grave shock economico rappresentato dalla pandemia mondiale, grazie al massiccio intervento pubblico previsto a livello europeo e nazionale. 

Per effetto di questo robusto sostegno dello Stato, il numero dei fallimenti avuti nel 2020, primo anno della pandemia, è stato addirittura inferiore a quello del 2019. Sono stati così dissipati i timori di pesanti ripercussioni sull’occupazione, che si sarebbero potuti realizzare in assenza di tale intervento.

Superata la pandemia e tornata l’economia al suo precedente andamento, un problema serio sembra riaffacciarsi: quello delle crisi aziendali non dovute a normali meccanismi del mercato, ma a speculazioni finanziarie e alla globalizzazione.

Un primo caso emblematico è quello dell’azienda “La Perla”, famosa in tutto il mondo per la lingerie, che quest’anno avrebbe compiuto i settant’anni di vita. La crisi di questo marchio storico[2] si è realizzata nel momento in cui si è transitati dall’economia reale a quella puramente speculativa e finanziaria, attraverso il passaggio prima a un fondo di investimenti lussemburghese e poi a una holding anglo-olandese. L’interesse della nuova proprietà non è stato quello di mantenere alti i livelli della produzione, innovare o immaginare nuovi investimenti, ma di usare questo marchio – vero e proprio simbolo del “made in Italy” – per speculazioni finanziarie che hanno generato milioni di sterline di debiti con l’erario inglese e portato il tribunale di Londra a decretare la chiusura della società londinese, con inevitabili ripercussioni sulla sede italiana e sulle centinaia di lavoratori impiegati, tuttora in attesa di sapere quale sarà il proprio destino.

Secondo caso che ha colpito la mia attenzione è quello di un altro marchio storico del “made in Italy”, l’azienda di calzature “Moreschi” che, da Vigevano – dove da oltre settant’anni aveva lo stabilimento – verrà trasferita in un luogo tuttora ignoto, per decisione della proprietà – un fondo svizzero – con l’obiettivo di rendere più ecologica la nuova produzione, con l’ovvia conseguenza di licenziare le decine di operai che vi lavoravano[3]. Chissà perché si pensa non sia possibile rendere ecologica la produzione in Italia; il dubbio che si tratti solo di una scusa per delocalizzare la produzione altrove, magari in Paesi dove il costo del lavoro è più basso e dove ci sono meno diritti e meno sicurezza dei lavoratori, è molto forte.

Questi sono solo alcuni dei casi in cui la proprietà di un’azienda, magari storica, non è più nelle mani di persone che hanno rapporti e legami col territorio, ma decidono con logiche puramente speculative, noncuranti delle conseguenze delle proprie scelte, magari mentre sono in volo per il mondo sul loro jet privato, come accaduto proprio per l’azienda “La Perla”.

Sia chiaro: chi scrive non ha ricette miracolose da proporre; si pone, piuttosto, domande sulla sostenibilità di un sistema economico che non è più fondato sul lavoro e sull’ingegno, ma solo sul profitto fine a sé, che non produce più ricchezza per un territorio e chi lo abita, ma solo per pochissimi, che potranno decidere di spostare la produzione in altri luoghi del mondo, più poveri, dove poter aumentare ulteriormente il proprio margine di guadagno. La famosa “mano invisibile” di Adam Smith, che era in grado di generare ricchezza, si è tramutata nella visibile mano di chi pensa solo a mettere enormi quantità di danaro nelle proprie tasche, noncurante di tutto il resto.

Occorrerebbe probabilmente che le forze sociali, produttive e politiche, si siedano a ragionare su come impedire, perlomeno a livello europeo, che la finanziarizzazione dell’economia produca una deriva insostenibile, capace solo di aumentare le diseguaglianze sociali ed economiche e l’impoverimento dei territori. Quadrato Rosso

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Note

[1] https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/note-covid-19/2022/nota_covid_fallimenti_ita_24_gen_2022.pdf

[2] https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AF2JghMC

[3] https://www.ilgiorno.it/pavia/economia/moreschi-addio-scarpe-vigevano-7d43ba07?live

[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona E.T.S.

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