La Fondazione all’appuntamento del rinnovo dei propri organi
di Claudio Palmisciano [*]
Si terrà a Salerno il prossimo 16 maggio la Assemblea Nazionale della Fondazione Prof. Massimo D’Antona, convocata per una occasione straordinaria, legata al rinnovo di tutti i propri organi, a partire dai Rappresentanti delle singole Regioni – destinati a far parte della Assemblea Nazionale – ai componenti degli organi di giustizia e di controllo interno per arrivare fino alla elezione del Consiglio di Amministrazione e, naturalmente, del Presidente.
Un appuntamento particolarmente importante e delicato per la Fondazione che, peraltro, porterà il sottoscritto a lasciare l’incarico di Presidente per effetto della norma statutaria che prevede la non rielezione in tale incarico oltre due mandati. Insomma, dopo due trienni di svolgimento dell’incarico di Presidente, è giunto anche per me il momento di tirare una linea e di favorire il ricambio nel ruolo che, ovviamente, rappresenta una funzione guida per tutti i progetti che la nostra Fondazione porta avanti.
Non voglio qui esprimere saluti particolari perché come socio e, in particolare come fondatore, ho già manifestato, agli amici ed ai colleghi impegnati nella Fondazione, l’intenzione di continuare a dare il mio contributo di esperienza e di conoscenza a sostegno di tutte le attività che i nuovi organi della Fondazione vorranno portare avanti nei prossimi anni. Tuttavia, nel corso della attività svolta dal 31-1-2001, data della sua costituzione, la Fondazione Prof. Massimo D’Antona (Onlus) ha potuto contare sul sostegno e l’impegno di numerose persone che di volta in volta hanno dato quanto era nelle loro possibilità. Ministri, Sottosegretari, Direttori Generali, Dirigenti e Funzionari del Ministero del Lavoro, Studiosi e Docenti universitari, Amministratori e Soci della Fondazione, ognuno per il ruolo rivestito, hanno dato e continuano a dare, in forma assolutamente volontaria, il proprio contributo e impulso all’attività della nostra Fondazione. In questa occasione, quindi, mi sembra opportuno rivolgere un pensiero ed un ringraziamento a tutte queste straordinarie persone.
Naturalmente un pensiero particolare lo voglio rivolgere a due cari amici che non sono più tra noi e che rispondono ai nomi di Mario Camatti e Guglielmo Guglielmini i quali, insieme a Roberto Giordano – all’epoca dirigenti sindacali rispettivamente per la Cisl, la Uil e la Cgil – vollero con grande determinazione mettere in piedi questo bellissimo progetto che ci ha portato alla costituzione della Fondazione. Insieme a questi tre sindacalisti voglio con piacere ringraziare la Dr.ssa Paola Chiari, all’epoca Direttore Generale del Personale del Ministero del lavoro, che condusse magistralmente, alla fine del 2000, il tavolo di confronto che portò alla stipula dell’accordo propedeutico alla successiva stesura dello Statuto della Fondazione; in particolare, non posso non ricordare che fu proprio la Dr.ssa Chiari a proporre alle parti di attribuire alla costituenda Onlus il titolo di “Fondazione Prof. Massimo D’Antona” in ricordo del giurista, consulente del Ministro del Lavoro, assassinato il 20 maggio 1999 da un commando brigatista,
La nostra Fondazione, nel corso dei suoi quasi 15 anni di attività, ha portato avanti una serie importante di progetti utili a portare un proprio contributo sui temi del lavoro, a favore dei colleghi e degli operatori del settore, e naturalmente ha periodicamente messo in atto iniziative utili a non dimenticare il grande lavoro di studioso messo a nostra disposizione dal Prof. Massimo D’Antona. In particolare, la Fondazione:
- Per onorare la memoria del Prof. Massimo D'Antona, istituisce borse di studio a favore dei propri soci, dei dipendenti del Ministero del lavoro, nonché dei rispettivi figli, per le migliori tesi in diritto del lavoro (l’ultimo bando è stato approvato il 30-10-2013); inoltre, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie ad uno specifico protocollo firmato fra il Ministro del Lavoro e la Fondazione, istituisce il premio di studio “Massimo D’Antona”, destinati a giovani laureati (con laurea specialistica o vecchio ordinamento) e dottori di ricerca che abbiano discusso una tesi in materia di diritto del lavoro.
- A partire dal 2011, ha dato vita alla Collana editoriale “Premio Massimo D’Antona” con l’obiettivo di pubblicare le tesi in materia di diritto del lavoro i cui autori sono stati annualmente dichiarati vincitori del premio, a seguito degli appositi bandi emanati dalla Fondazione stessa e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
- Dal 2013 la Fondazione ha dato vita alla pubblicazione della rivista bimestrale on line “LAVORO@CONFRONTO” (www.lavoro-confronto.it), con l’intento di mettere a disposizione degli operatori del Ministero del Lavoro, nonché delle associazioni imprenditoriali e dei lavoratori, un punto di vista ma, soprattutto, uno strumento semplice e pratico di supporto alla attività quotidiana di migliaia di addetti ai lavori sparsi sul territorio nazionale, sui diversi aspetti che investono il mondo del lavoro ed il welfare.
- Dal 2014 è stata avviata una nuova iniziativa editoriale con la pubblicazione dei “Quaderni” della Fondazione con l’intento di raccogliere argomenti riguardanti il mondo del lavoro e approfonditi con iniziative intraprese dalla Fondazione. Nel primo numero di “Quaderni” sono stati raccolti gli Atti di una iniziativa convegnistica organizzata dalla Fondazione il 20 maggio 2014, nel XV anniversario della scomparsa di Massimo D’Antona.
- Nell’intento di far emergere le professionalità presenti fra i propri soci ed all’interno del Ministero del Lavoro in particolare, ha istituito un premio destinato ai soci che abbiano trattato argomenti riguardanti il DIRITTO DEL LAVORO e la LEGISLAZIONE SOCIALE attraverso la pubblicazione di libri o articoli.
- In collaborazione con il Ministero del Lavoro, organizza annualmente un evento convegnistico su tematiche inerenti il diritto del lavoro, con la partecipazione di studiosi della materia nonché di personalità delle istituzioni, della politica e del mondo del lavoro.
- Ha attivato una convenzione con l’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO, finalizzata a sostenere i soci della Fondazione (e loro familiari di primo grado) nella frequenza di tutti i corsi di laurea triennali e dei master universitari programmati da Uninettuno, usufruendo di uno sconto del 30% sulla quota di iscrizione.
Un'attività piuttosto variegata che merita senz’altro di essere ulteriormente ampliata a sostenuta. Come ho detto, io sono pronto a mettermi a disposizione della nuova squadra che guiderà la Fondazione dopo l’Assemblea Nazionale elettiva di Salerno del 16 Maggio prossimo.
Con una cordiale stretta di mano a tutti i nostri lettori.
20 maggio, una data da non dimenticare
La scomparsa di Massimo D’Antona
20 maggio 1999, ore 8,30, il professor Massimo D'Antona, 51 anni, esce dalla sua abitazione di un palazzo di via Salaria a Roma e si dirige a piedi verso il suo studio di via Bergamo, dove ogni giorno lavora e realizza le consulenze per il Ministero del Lavoro. D'Antona cammina a passo normale, con la sua borsa in pelle marrone scuro nella mano destra. Riesce a percorrere solo poche decine di metri. Due giovani lo sorprendono alle spalle. L'agguato dura sessanta secondi. Un minuto per uccidere il Consulente del Ministro del lavoro con sei colpi di una pistola calibro 38. Un omicidio politico nel centro di Roma. Nella costernazione generale, Massimo D’Antona lascia la moglie Olga e la figlia Valentina. Massimo D’Antona viene ucciso dalle brigate rosse perché individuato come la mente pensante del “Patto per l’occupazione e lo sviluppo”, firmato fra Governo e parti sociali alla fine del 1998; un patto che il giurista aveva pensato per il Governo guidato da Massimo D’Alema e per il ministro del Lavoro Antonio Bassolino.
Quella mattina eravamo proprio presso la sede del Ministero del lavoro, in Via Flavia, per la prosecuzione di una trattativa che riguardava il contratto integrativo dei dipendenti di quel Ministero; io guidavo la delegazione della Cisl e insieme ai colleghi Roberto Giordano della Cgil e Fabrizio Di Lalla della Uil, mentre il frastuono degli elicotteri della polizia aumentava di intensità di minuto in minuto, rimanemmo impietriti quando proprio sul cellulare di Roberto arrivò la notizia del barbaro omicidio e attoniti, a maggior ragione, perché sapevamo tutti che Massimo D’Antona, in quel periodo, stava lavorando con i tecnici del Ministero e delle Organizzazioni sindacali confederali per la concreta attuazione del patto firmato solo qualche mese prima. Una grave perdita per la famiglia, una grave perdita per il mondo del lavoro.
Rileggendo la sua storia professionale, i diversi libri pubblicati, il gran numero di interventi divulgati su riviste specializzate, gli importanti documenti scritti a sostegno della azione del Governo, si resta veramente sbalorditi per la rilevanza qualitativa e quantitativa degli studi messi a disposizione della politica, del sindacato, degli studiosi e del Paese tutto.
Su Massimo D’Antona e sulle sue opere sono state scritte tante cose. Noi – in questa occasione ed all’indomani della grande azione di sciopero e delle manifestazioni di piazza del 5 maggio 2015 indette per protestare contro l’ipotesi del Governo di riforma della scuola – vogliamo ricordare che nel patto del 1998, quello che poi avrebbe purtroppo provocato la sua condanna a morte, Massimo D’Antona aveva scritto chiaramente, per conto del Governo, delle regole fondamentali precise per quanto riguarda il metodo e la politica della concertazione; un metodo ed una scelta politica cui lui puntava molto, perché pensava, era convinto, che le forze sociali, datoriali e dei lavoratori, dovessero impegnarsi direttamente nell’assunzione di responsabilità piene nella scrittura delle regole di governo del mondo del lavoro.
Oggi, sulla concertazione prevale un atteggiamento quasi di sufficienza e di rifiuto mentre invece noi della Fondazione siamo ancora convinti che le decisioni importanti che riguardano il lavoro, la sanità, la scuola, il welfare dovrebbero essere affrontate con maggiore condivisione con coloro che quel mondo lo conoscono e lo vivono ogni giorno; coloro che rappresentano, da una parte, le imprese e, dall’altra, tanti e tanti milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati di questo nostro Paese. La riforma della scuola potrebbe rappresentare un vero punto di svolta nel metodo e nella politica del Governo soprattutto nella direzione del pieno coinvolgimento delle parti sociali rispetto alla importanza delle decisioni da assumere.
Vedremo…
[*] Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona (Onlus)
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