Anno V - N° 26

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Marzo/Aprile 2018

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Effemeridi • Pillole di satira e costume

Obiettivi
minimi


di Fadila

Non che sia un patito dello sport, però, quando c’è l’Italia in gioco, la cosa mi appassiona, calcio, ciclismo olimpiadi o mondiali che siano. Così ho seguito sui giornali la spedizione italiana in Corea per i giochi olimpici invernali. Ho letto anche l’ambito obiettivo dei dirigenti sportivi responsabili contenuto nell’auspicio di andare oltre i risultati della precedente manifestazione in cui avevamo raggranellato dieci medaglie di buon metallo tranne quello più pregiato.

La conclusione ha dato loro ragione perché nella conquista dello stesso numero di allori, due sono stati d’oro. Di fronte a tale risultato ho pensato che i nostri vertici sportivi non solo sono previdenti ma anche bravi per avere determinato le condizioni idonee per tale ambito bottino.
Questa valutazione, però, è stata di breve durata, fino a quando l’occhio non è andato, guardando le prime posizioni della classifica da cui siamo molto lontani, su una notizia che mi ha fatto sgranare gli occhi e mantenuto in uno stato di incredulità per diversi istanti.

Fadila 26 1Nelle posizioni di vertice, infatti, oltre ai tradizionali colossi del settore, c’era anche l’Olanda con un medagliere doppio del nostro e più che triplo per quel che riguarda il metallo più prezioso. Il mio sbigottimento mi pare giustificato perché, contrariamente all’Italia che ha le catene montuose più alte e numerose d’Europa, in tale Paese, oltretutto con un quarto dei nostri abitanti, non c’è neppure l’ombra di una qualche montagna né del più piccolo rilievo, sia pure una modesta collinetta.

Per questo come tutti sappiamo ha anche il nome significativo di Paesi Bassi. Prima di arrivare alle conseguenti conclusioni ho voluto controllare, dato che siamo in tempi di rapide e impensabili trasformazioni, se fossero mai spuntate, tra Utrecht e Arnhem, catene montuose ricoperte di neve perenne, dato il punto di latitudine molto più settentrionale del nostro, ma un’aggiornata cartina geografica l'ha escluso.

E allora, forse, di fronte a tale situazione le gote dei nostri responsabili dovrebbero diventare più rosse dei pomodori maturi, non solo per i risultati ma anche per gli obiettivi sbandierati che al confronto sembrano veramente modesti. Tutto questo, tuttavia, non mi sembra privo di logica perché porsi obiettivi minimi è funzionale a mascherare le proprie incapacità e, soprattutto, a evitare la messa in discussione della propria poltrona. Vizio diffuso in Italia e molto sviluppato in politica.

Guardate ad esempio come il governo magnifica la modesta crescita economica comunicandoci che la crisi è superata grazie alla crescita dello zero virgola del PIL. Qualcuno abbocca pure, ma chi va a documentarsi perché non è convinto di un ritrovato benessere che non vede intorno a sé, si rende conto che rispetto a tanti altri paesi in nostro è ancora il fanalino di coda e scopre la magagna.

Va detto che finora il giochino degli obiettivi limitati fatti passare come risultati accettabili ha funzionato al punto che la mobilità del ricambio delle classi dirigenti è pressoché nulla e le poltrone faticano a sostenere lombi novelli. Sembra, tuttavia, che in questi ultimi tempi la gente, stanca di essere presa per i fondelli e scoperto il trucco, cominci a chiedere conto del loro operato. Come andrà a finire non sono in grado di prevederlo anche perché nel nostro Paese di camaleonti e gattopardi ne abbiamo a iosa, soprattutto tra quelli che cercano di rifarsi una verginità nel tentativo di difendere le loro piccole o grandi posizioni di potere, saltando con disinvoltura sul carro del vincitore.

In fondo, porsi obiettivi minimi è un modo per salvarsi la faccia e cercare di pararsi il fondo schiena. Quadrato Rosso

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