Un vuoto da colmare
di Fabrizio Di Lalla
Una democrazia, al di là delle sue formule istituzionali, è forte quando i due presupposti fondamentali su cui si basa, il consenso ai principi generali e la partecipazione alla vita pubblica raggiunge il massimo livello.
Nel nostro paese questo si è verificato per oltre un trentennio dalla proclamazione della repubblica, in cui la classe dirigente, quella cioè che detiene il potere politico, economico, finanziario e controlla la sfera sociale e culturale, ha fatto coincidere i propri interessi con quelli generali, creando un continuo, costante legame con gli appartenenti alla comunità o quantomeno alla sua maggioranza. Il raccordo tra potere e cittadini, che si manifestava attraverso la consapevole partecipazione alla vita pubblica, era garantito da una serie di organismi intermedi che oltre a svolgere il loro ruolo primario di mediazione degli interessi di cui erano portatori, avevano anche il compito, con le loro strutture capillari decentrate, di aggregazione, togliendo i cittadini dall’isolamento e emendandoli dal loro naturale individualismo. Una funzione importantissima soprattutto per le nuove generazioni. Tra questi organismi i più diffusi e ramificati sul territorio erano i partiti, per lo meno quelli di massa, le parrocchie con i loro oratori e i sindacati.
Occupazione:
manca lo slancio
di Claudio Palmisciano
Non consentono di dormire sonni tranquilli i dati sull’occupazione del mese di febbraio 2016 (vedi box) rilasciati nei giorni scorsi dall’Istat. Dopo la pubblicazione della nota da parte dell’Istat, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha così commentato: "Dopo quelli positivi relativi al mese di gennaio, i dati diffusi oggi dall'Istat indicano che il mercato del lavoro continua a registrare oscillazioni congiunturali legate ad una situazione economica che presenta ancora incertezze. Queste oscillazioni non modificano, comunque, la tendenza positiva dell'occupazione nel medio...
Un nuovo umanesimo
nel lavoro
di Stefano Olivieri Pennesi
Il lavoro e il futuro debbono poter rappresentare, simbioticamente, le gambe su cui le nostre giovani generazioni possano poter contare e sostanzialmente sorreggersi.
Negli attuali contesti, socio-economici, osserviamo il dipanarsi della seconda, terza o anche quarta “rivoluzione industriale”, a secondo delle declinazioni immaginate e attribuite, dalle diverse scuole di pensiero e da studiosi della fenomenologia sociale.
Ma un aspetto è di “comune asserzione” ossia che, con l’evoluzione della robotica, la socializzazione delle...
Sommario:
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Un vuoto da colmare
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Occupazione: manca lo slancio
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Un nuovo umanesimo nel lavoro
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Una scelta pericolosa
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La tutela infortunistica nello sport
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Un settore da valorizzare
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Dai CO.CO.CO alle attività eterorganizzate
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Le depenalizzazione in materia contributiva
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Effemeridi - Felicità perduta
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