Rinascita dei centri per l’impiego…
Tra il dire e il fare… il pensare

Olivieri Pennesi 2 1di Stefano Olivieri Pennesi

Attorno alla questione inerente la fattività/operatività delle strutture pubbliche deputate istituzionalmente agli interventi in materia di Mercato del Lavoro, ovvero i Centri per l’Impiego, si è sviluppato, nel nostro Paese, un acceso dibattito economico-sociale oltreché accademico-istituzionale su come potrebbero essere e come dovrebbero strutturarsi, anche dal punto di vista di risorse finanziarie destinate, queste strutture operative della PA.

Partiamo da un paradigma che ritengo fondamentale per sviluppare un ragionamento articolato circa la ormai non più rinviabile costruzione di una “piattaforma confederata” quale strumento nazionale (agenzia) deputato, che recepisca in se l’attuale rete pubblica rappresentata dai Centri per l’Impiego nonché da tutte le altre entità private che, in modalità disomogenea e variegata, agiscono nell’ambito della intermediazione-promozione nel campo di politiche attive del lavoro quali Agenzia private (interinali e non).

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Mercato del lavoro
Una nuova riforma?

di Claudio Palmisciano

Le vicende politiche di questo ultimo periodo, soprattutto all'indomani della elezione del nuovo Segretario del Partito di maggioranza, hanno nuovamente portato all'attenzione dei tavoli di discussione il problema della gestione del mercato del lavoro in Italia, non escludendo, il ricorso ad una nuova riforma delle regole che lo presiedono.

Nel momento in cui l'economia reale sta attraversando il suo momento peggiore di tutto il ciclo critico di questi anni, con il tasso di disoccupazione che è oramai arrivato alla soglia del 13% della forza lavoro, corrispondente a quasi 3 milioni e mezzo di disoccupati, è sicuramente un dovere della politica ricercare continuamente soluzioni atte a favorire nuove opportunità di impiego, possibilmente stabile, in modo da fermare l'emorragia…

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Competenze e professionalità da valorizzare

di Renato Nibbio

Ed eccoci al secondo numero della rivista, che sta prendendo corpo e trovando la propria “cifra identificativa” grazie al contributo crescente dei colleghi.

Abbiamo, infatti, ritenuto di mantener fede all’impostazione che avevamo concordato in seno alla Redazione, nel disegnare una cornice di massima per Lavoro@Confronto: lasciare, cioè, che la rivista trovasse una propria definizione in progress, piuttosto che “ingabbiare” il libero contributo dei colleghi in una pubblicazione con aspirazioni di taglio giuridico.

Gli articoli che pubblichiamo non sono, infatti, indotti dalla Redazione e/o “commissionati”, non sono cioè frutto di incarichi, ma originano dal desiderio di molti colleghi nel voler focalizzare l’attenzione su un tema specifico; o dalla loro sensibilità…

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