Lo smarrimento del bene comune
di Fabrizio Di Lalla
Il mio ultimo scritto apparso sul numero precedente, in cui argomentando sulla perdita dei valori fondanti della nostra società mi dilungavo sulla profonda crisi del movimento sindacale, ha incontrato, com’è giusto che sia, consensi e critiche. Tra queste ultime mi ha colpito la nota di un operatore di un ufficio territoriale (ancora per poco) uno di quelli che tirano la carretta della credibilità della PA. Esprimeva dissenso soprattutto per il tono, secondo lui duro e ingiusto, da me usato nei confronti di un movimento in cui ci sono ancora tanti che lottano, in condizioni altresì più difficili di quelle di un tempo, per l’affermazione dei valori in cui credono.
Al mio lettore chiedo scusa se l’amara costatazione della costante decadenza di un’attività che ritengo indispensabile, cui, oltretutto, ho dedicato i migliori anni della mia vita, mi ha inconsapevolmente forzato la mano e la penna. D’altra parte sullo stato di salute delle organizzazioni sindacali penseranno a informarci prossimamente gli stessi leader confederali, nell’ambito del nostro lungo viaggio all’interno di quel mondo, iniziato proprio nel numero scorso.
La fine ingloriosa
della privatizzazione
nei servizi pubblici
di Dario Messineo
Il d.lgs. 3 febbraio 1993, n. 29 segna una svolta nel pubblico impiego sul piano della “contrattualizzazione” del rapporto di lavoro[1]. La cd “privatizzazione” doveva costituire un punto d’arrivo della disciplina pubblicistica, in tal modo la regolamentazione del rapporto di lavoro doveva escludere il potere unilaterale della legge a favore delle regole contrattuali, e conseguentemente privatizzare il potere direttivo, organizzativo e disciplinare della dirigenza. Gli unici valori “pubblicistici” rimasti dovevano concretarsi…
20 maggio 2016: diciassette anni dalla scomparsa
di Massimo D’Antona
di Claudio Palmisciano
Esattamente 17 anni fa, erano da poco passate le 8 del mattino, in Via Salaria a Roma, a pochi passi dalla sua abitazione da dove era appena uscito per iniziare la sua normale giornata di lavoro, un commando terrorista uccideva Massimo D'Antona. Nella costernazione generale, Massimo D’Antona lascia la moglie Olga e la figlia Valentina.
Come tutti sappiamo, Massimo D’Antona in quegli ultimi anni del suo impegno professionale, oltre ad essere uno stimato docente dell’Università La Sapienza di Roma, operava a fianco…
Sommario:
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Lo smarrimento del bene comune
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La fine ingloriosa della privatizzazione nei servizi pubblici
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20 maggio 2016: diciassette anni dalla scomparsa di Massimo D’Antona
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Il riposo donato
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Vittime di violenza di genere: dal Jobs Act una migliore tutela
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Neet Generation
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Rilevanza dell’ASSE.CO. nei contratti pubblici
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La tutela infortunistica nello sport (2)
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Lavoro di pubblica utilità come alternativa al carcere
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Istituti previdenziali e casse pensioni
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L’evoluzione storica del Terzo Settore: nascita e progressiva affermazione - Prima Parte
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Effemeridi: pillole di satira e costume
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Hanno collaborato a questo numero
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