Consegna del “Premio Massimo D’Antona”
Grazie innanzitutto a tutti voi per il prestigioso premio che avete riconosciuto alla mia ricerca, frutto del percorso di Dottorato con ADAPT e della collaborazione con “Illuminiamo la salute”, un progetto del gruppo “Abele”, “Libera” e “Coripe”. L’idea da cui sono partita nel presentare il progetto di ricerca al Professor Tiraboschi era l’analisi del mercato del lavoro in ambito socio-sanitario, in cui avevo marginalmente sperimentato, durante il mio lavoro da ispettore del lavoro, l’uso distorto e patologico dei contratti cosiddetti “Non standard” in funzione elusiva, lucrando su contributi, minori salari e quindi minori tutele. Nell’approcciare però il problema e nel tentare di fotografare questo mercato, mi sono dovuto confrontare con altre tematiche particolarmente avvertite nel settore. Da una parte la sostenibilità della spesa sanitaria e dall’altra la necessità di promuovere una maggiore integrità, a fronte dei crescenti casi di cattiva amministrazione e di corruzione.
Le ipotesi, quindi, della ricerca sono state le seguenti: è possibile leggere il fenomeno della corruzione da una prospettiva diversa ovvero parlando di integrità e quindi partendo dai lavoratori e dal mercato del lavoro sempre più frammentando e polarizzato tra posizioni fortemente tutelate ed altre poco o per nulla, che rischiano di innescare un sistema di rincorsa alla massimizzazione del proprio interesse personale di breve periodo?
Inoltre, quale ruolo può avere l’organizzazione aziendale, il mercato del lavoro nel promuovere l’integrità, il benessere organizzativo e la valorizzazione della persona e delle sue competenze in un mercato del lavoro in cui i lavoratori, riprendendo le parole di Marco Biagi, assai più che semplici titolari di un rapporto di lavoro, diventano collaboratori che operano all’interno di differenti e susseguenti cicli, sempre più spesso brevi?
Infine la gestione della promozione dell’integrità e quindi tutta la normativa sull’anticorruzione potrebbe essere complicata o venire gestita diversamente per la crescente diffusione delle tipologie contrattuali non-standard ed i nuovi modelli di organizzazione del lavoro che portano a ridurre il perimetro del lavoro pubblico tradizionalmente presidiato da contratti subordinati a tempo indeterminato e pieno, a vantaggio di altri rapporti di lavoro sia di natura subordinata ed autonoma, più flessibili, meno costosi, ma anche meno garantiti?A tal riguardo, il comparto sanitario rappresenta un ambito di indagine privilegiato per la sua differenziata dimensione organizzativa e per le posizioni di potere, le possibilità occupazionali ed il giro di affari che garantisce e per l’importanza che gli appalti rivestono nel settore. Un ambito particolare anche perché i rapporti di lavoro hanno caratteristiche che fanno venir l’idea del lavoratore quale mero esecutore di ordini e direttivi rendendo sempre più labile la distinzione tra prestazioni autonome e subordinate. Partendo, quindi, da una analisi della letteratura esistente sul tema(nella sezione dedicata alla Literature Review) e da un’analisi quantitativa dei dati del personale, si è cercato di chiarire le dinamiche e le trasformazioni in atto nella nuova conformazione del mondo delle professioni e semi-professioni socio-sanitario.
Ciò che si è voluto evidenziare è che l’attuale impianto della legge anticorruzione che definisce precisi adempimenti per il settore pubblico, deve superare una logica prevalentemente formalistica ed estendersi anche a quegli attori privati a cui viene affidata, di fatto, l’erogazione dei servizi, per evitare che questi ultimi possano agire al di fuori delle regole stringenti che incombono sul settore pubblico, destrutturando ed allentando le rigidità o addirittura fuggendo dalle regole stesse. Da qui, l’importanza strategica che devono avere gli ispettori del lavoro che operano sul territorio chiamati ad intercettare, se mi consentite il paragone, le metastasi di un mercato del lavoro sofferente, precludendo alle aziende la possibilità di realizzare utili con il lavoro irregolare e di godere di indebiti vantaggi competitivi attraverso l’elusione delle costose norme vigenti in materia. Dall’altro il ruolo che dovranno assumere i servizi dell’impiego nel garantire tutele che dovranno essere sempre più in un mercato del lavoro capace di valorizzare i percorsi e le esperienze lavorative, di aggiornare le competenze, di sostenere le persone nei momenti di uscita dal mercato del lavoro sempre più frequenti (per licenziamento, malattia, scelte familiari, tipologie contrattuali) attraverso validi strumenti di politiche attive e di alternanza tra formazione e riqualificazione.
L’analisi teorica è stata quindi affiancata da una ricerca empirica condotta attraverso due metodologie differenti di analisi: un questionario inviato on-line ai Responsabili della Prevenzione della Corruzione che lavorano presso le aziende sanitarie italiane e una serie di interviste frontali ad un gruppo di testimoni privilegiati. L’intento in ultima analisi è stato quello di far sentire la voce dei veri protagonisti…
[*] Vincitrice del Premio
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