Dopo l'entrata in vigore della legge di bilancio 2022 resta confermato il mix di combinazioni che consentiranno di andare in pensione per la generalità dei lavoratori autonomi e dipendenti iscritti all'Inps.
Anche nel 2022 ci sono tre strade principali per accedere alla pensione: la pensione di vecchiaia, l'ordinaria pensione anticipata, la quota 100 per chi ha raggiunto i requisiti entro il 31.12.2021 e la quota 102 per chi raggiungerà la combinazione 64 anni e 38 di contributi nel 2022. Le situazioni sono sinteticamente sotto riportate per una prima visione d'insieme dei cambiamenti in vigore dal 1° gennaio 2022.
Per gli assicurati nel sistema misto (cioè in possesso di contribuzione prima della data del 31.12.1995):
Si ricorda che i predetti requisiti contributivi possono essere integrati anche con il riscatto agevolato della laurea a condizione di optare per la liquidazione della pensione con le regole contributive (art. 1, co. 23 della legge n. 335/1995).
Per gli assicurati nel sistema interamente contributivo (cioè privi di contribuzione alla data del 31.12.1995):
La quota 100 e la quota 102 sono due misure temporanee. Tuttavia, chi ha maturato i requisiti entro il 31.12.2021 (62 anni di età e 38 di contributi) e chi li raggiungerà entro il 31.12.2022 (64 anni di età e 38 di contributi) può decidere di pensionarsi in qualsiasi momento successivo, anche nel 2022, 2023, 2024 e così via.
Occorre ricordare che sia per l'accesso alla pensione con la quota 100/102 che con la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne e 41 anni i precoci) resta in vigore un meccanismo di differimento nell'erogazione della pensione pari a tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Solo per i dipendenti pubblici coinvolti nella quota 100 o quota 102 la finestra mobile è di sei mesi dalla maturazione dei requisiti. Nessuno slittamento è previsto con riferimento al conseguimento della pensione di vecchiaia.
Restano in vigore gli scivoli pensionistici creati e/o rafforzati in questi ultimi anni. In particolare, proseguono le agevolazioni per i lavori usuranti (uscita a 61 anni e 7 mesi unitamente ad un minimo di 35 anni di contributi e perfezionamento del quorum 97,6) e la RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata, per chi sceglie di farsi pagare l'anticipo dal fondo di previdenza complementare.
A questi canali si aggiunge anche la proroga dell'opzione donna per le lavoratrici con 58 anni (59 le autonome) unitamente a 35 anni di contributi raggiunti entro il 31 dicembre 2021, e la proroga di un anno dell'ape sociale cioè l'uscita a 63 anni e 30/36 anni di contributi in particolari condizioni meritevoli di tutela (disoccupati, caregivers, invalidi almeno al 74%, addetti a mansioni gravose), rinnovato sino al 31 dicembre 2022.
[*] Rappresentante Regionale per il Friuli Venezia Giulia della Fondazione Prof. Massimo D’Antona. Responsabile della Sede provinciale di Udine del Patronato ENCAL-CISAL. Ha conseguito la Laurea in Diritto per le imprese e le istituzioni con la tesi dal titolo “Gli istituti di patronato e di assistenza sociale”.
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