Effemeridi • Pillole di satira e costume
Le sanzioni comminate dall’Ispettorato del Lavoro di Bari a tre medici del policlinico cittadino per aver fatto superare ai propri subordinati i limiti legali all’orario straordinario durante il periodo drammatico in cui imperversava il covid ha avuto una enorme risonanza da parte dei mass media. Televisioni e giornali hanno fatto a gara nel dedicare all’evento il più ampio spazio. I giornali, soprattutto, l'hanno trattato con articoli di spalla in prima pagina. Un onore, per quello che posso ricordare, mai avuto dall’organo di vigilanza pari alla classica notizia dell’uomo che morde il cane.
Su tale argomento si è scatenato un dibattito non ancora sopito tra tesi nettamente contrapposte. Da un lato, infatti, c’è chi ritiene giusta l’adozione dei provvedimenti sanzionatori, covid o meno, secondo il motto latino dura lex, sed lex. Secondo tale tesi l’esistenza stessa dell’ispettorato trova la sua giustificazione nel far applicare la legge in materia di lavoro senza valutazioni di carattere discrezionale che, altrimenti, assumerebbero il tono di una scelta politica che non compete ai funzionari ma al governo o interpretativo riservato al giudice. In tale gruppo ci sono alcuni che vanno oltre, individuando la causa degli eccessi dello straordinario nella carenza del personale per la cecità della politica nei confronti della sanità. Non che tale tesi sia infondata, anzi. La difficile situazione in cui si trova tale settore così importante va sicuramente addossata ai governi susseguitisi nel tempo, i quali, anziché investire per migliorare un settore così importante per i cittadini, hanno addirittura ridotto le risorse assegnate. Ma questo aspetto ritengo non c’entri nulla con il caso specifico che riguarda irregolarità riferite a un periodo eccezionale, sicuramente il più grave, negli ultimi cinquant’anni, che ha colpito il nostro Paese. E’ come se qualcuno mi domandasse dove vado e rispondessi: porto pesce. Valutare, infatti, tale episodio partendo dalle responsabilità storiche della politica è facile e fuorviante, un elemento di distrazione di massa.
Dall’altra parte ci sono coloro, soprattutto cittadini e utenti, che contestano tale atteggiamento duro e legittimista che non ha tenuto conto del contesto in cui ci sono state le violazioni e se le stesse erano dovute a causa di forza maggiore. Un’azione portata avanti con tanto di paraocchi. Devo dire che con tutto il mio amore verso questa istituzione in cui ho lavorato per tanto tempo e per la quale mi sono battuto lungo tutto il periodo della mia attività sindacale, mi sento molto più vicino a questi ultimi.
Dico subito, a scanso di equivoci, che gli ispettori che hanno condotto l’ispezione hanno fatto tutto il loro dovere, individuando e quantificando l’illecito perché tale esso è in base alla normativa sul lavoro. In sostanza, hanno fatto quel che dovevano. Coloro che, invece, a parer mio, non sono stati all’altezza della situazione vanno individuati nei loro superiori fino al direttore dell’ufficio. Di fronte alle giustificazioni dei medici sullo stato di necessità il dirigente aveva diverse opzioni: prenderne atto e chiudere la pratica, fare un quesito al direttore dell’Agenzia, fare un rapporto al magistrato competente, irrorare la sanzione. Ha scelto quest’ultima strada, a mio avviso la meno opportuna e meno aderente alla realtà.
E la realtà, ricordiamolo è stata quella drammatica della pandemia che faceva migliaia di vittime e l’ultima barriera era rappresentata dai sanitari, medici e loro subordinati, che hanno salvato tante vite umane. E i riconoscimenti per il loro prodigarsi giorno e notte dando lustro al giuramento di Ippocrate non possono e non devono essere oscurati da una sanzione oltretutto dolorosa dal punto di vista economico. A volte essere più realisti del re crea più danni che benefici alla propria credibilità. Per questo, bene ha fatto il Presidente della Repubblica a intervenire e chiedere spiegazioni alla ministra Calderone e condivido la sospensione dell’atto contro coloro che appena un anno prima dallo stesso Capo dello Stato, interprete della gratitudine dei cittadini, erano stati definiti eroi. Eroi per essere andati oltre il loro dovere formale, eroi per aver lavorato giorno e notte superando ogni limite all’orario di lavoro posto dalla legge a difesa dei lavoratori che ha senso per le situazioni normali. Nei casi eccezionali, invece, vanno valutate tutte le circostanze che possono portare alla sua sospensione.
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