Effemeridi • Pillole di satira e costume, per distrarsi un poco
È stato tutto raccapricciante nell’attentato a Mosca. La strage indiscriminata di uomini, donne e bambini e la motivazione confessata da questi feroci e freddi tagliagole: tutto per cinquemila euro pro capite. Eppure quando ho visto le loro immagini filmate dopo la cattura e osservato quei volti tumefatti e terrorizzati, sui corpi tremanti, ho provato quasi un senso di pietà. Facevo fatica a considerare che quegli esseri spauriti, a loro volta sottoposti alla violenza altrui, fossero stati, poche ore prima, gli autori di un simile, inaudito misfatto in cui avevano perso la vita tanti esseri umani colpevoli solo di essere andati a un concerto musicale. Leggendo, poi, le notizie sul modo di sbarcare il lunario, prima di trasformarsi in spietati assassini, non apparivano diversi da gran parte dell’umanità: dedizione ai loro poveri lavori e alle famiglie e un buon rapporto con il vicinato. È questa un’ulteriore conferma della grande verità di Hannah Arendt sulla banalità del male.
Purtroppo, questa manifestazione di estrema ferocia non è un fatto isolato, essa ha accompagnato l’uomo fin dalla sua apparizione sulla faccia della terra.
Inizialmente era legata al ciclo vitale dell'esistenza, vale a dire utilizzata, se necessaria, per la sopravvivenza come hanno fatto e fanno tutti gli esseri viventi in base al motto che il pesce piccolo mangia quello grande; poi nel corso dei millenni, con la formazione di nuclei sempre più allargati, famiglia, clan, tribù, comunità statale, e lo sviluppo della sua intelligenza si è aggiunto, anzi è diventato preminente, l’obiettivo del potere bel sintetizzato nella frase hobbesiana dell’homo homini lupus. Così ha utilizzato le sue armi, da quelle rudimentali alle altre sempre più sofisticate, inventate nel corso della storia, non tanto per procurarsi il cibo, quanto per rivolgerle contro i suoi simili. In questa pazza corsa per soddisfare il suo egoismo è arrivato al punto di crearne una che può distruggerlo insieme a tutta l’umanità.
Per tale sete di dominio, dunque, sono state scatenate guerre, rivoluzioni, persino genocidi. La ferocia è tuttora presente in tanti esseri umani che non si fermano davanti agli omicidi, ai femminicidi, agli infanticidi e persino all’emarginazione e all’eliminazione dei diversi com'è avvenuto otre venticinque secoli fa a Sparta e nell’epoca contemporanea nella Germania nazista, tanto per citare i casi più eclatanti.
Per questo l’affermazione della Bibbia contenuta nel libro della Genesi che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio sembra essere in contrasto con la realtà o assumere, per la proprietà transitiva, il significato di un dio ingiusto e crudele. Ma quel passo biblico, sebbene scritto, a parere degli esperti, tremilacinquecento anni fa, contiene una grande verità perché la similitudine a Dio è il risultato di un percorso lungo e doloroso e si raggiungerà quando l’intera umanità, domato l’istinto della ferocia, si porrà come obiettivo il perseguimento della bellezza. Tale processo è iniziato già da parecchio e nel corso dei millenni sono aumentati sempre di più gli uomini che non pensano al proprio egoismo, ma al vero fine divino e per esso sono pronti anche all’estremo sacrificio della vita.
Una bellezza tutta spirituale che contiene in sé elementi come il valore, l’amore, la solidarietà e il desiderio di conoscenza. Il valore nel seguire i precetti della giustizia che sconfigge paura e meschinità; l’amore verso il prossimo che va oltre il concetto dell’atto per la procreazione al fine del mantenimento della specie e ci fa vedere una realtà trasfigurata, esseri umani e natura, avvolti in un insieme di elementi magici che non sono altro che arte: musica e immagini; la solidarietà che sconfigge l’ego; il desiderio di conoscenza che attraverso i millenni ha fatto progredire l’umanità in tutti i suoi aspetti.
Sono i valori dell’eroe dantesco fatto “per seguir virtute e canoscenza”. Attraverso la loro applicazione l’uomo, laico o religioso che sia, passa dalla realtà al trascendente e riesce a collegarsi e a specchiarsi nell’Assoluto di cui è, appunto, l’immagine.
Il percorso è partito da lontano, forse fin dalle origini dell’uomo e sarà, come dicevo, di lungo periodo prima che si compia il travaso dalla ferocia alla bellezza per tutta l’umanità, senza nessuno escluso. Tale metamorfosi, tuttavia, non è un elemento deterministico: Esso è basato sulla volontà umana. E può sempre capitare che in un mondo così in bilico un battito d’ali di una farfalla faccia crollare il fragile equilibrio su cui si regge e ne provochi la fine.
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