Anno XII - n° 63

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Maggio/Giugno 2024

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Effemeridi • Pillole di satira e costume, per distrarsi un poco

Il dilemma della coscienza artificiale


di Fadila

Giorni fa sono andato in bambola perché improvvisamente internet non dava più segni di vita e con esso tutte le funzioni senza le quali oggi ci sembra di non poter vivere. A quel punto sono stato preso dal panico e mi sono sentito perduto, isolato e senza più comunicazione e informazioni dal resto del mondo. Poi mi sono lentamente ripreso e ho potuto esaminare razionalmente la situazione. L’analisi che ho fatto introspettivamente mi ha portato alla conclusione che oggi più di ieri siamo diventati schiavi del più crudele dei padroni, la tecnologia. Essa è un’arma a doppio taglio. Da una parte ci ha reso la vita più facile e interessante, dall’altra l’ha condizionata come il più perfido dei padroni. Senza di essa ci sentiamo impotenti.

Solo qualche decennio fa, poco più di una generazione, la nostra esistenza era regolata da cadenze che oggi possono sembrare preistoriche. Eppure, sapevamo andare avanti senza grandi angosce con quel che avevamo a disposizione Il cellulare era inimmaginabile e si disponeva solo del telefono fisso che andava usato con parsimonia consentendo contatti più rarefatti vuoi per i costi, vuoi per le difficoltà tecniche legate, fuori di casa, alla individuazione degli apparecchi nei servizi pubblici o nelle cabine telefoniche. Non c’era la posta elettronica e i rapporti a distanza si mantenevano ancora mediante le lettere, in un periodo oltretutto in cui le poste italiane erano ancora lontane da un decoroso funzionamento. Se tutto andava bene, per avere una risposta potevano passare anche due settimane. La vita, insomma, era segnata da ritmi meno frenetici di quelli attuali. Che fosse un bene o un male ne lascio la valutazione ai lettori. Per quel che mi riguarda, posso dire che mi sembrava più a misura d’uomo, ma devo anche aggiungere che la conoscenza legata al progresso è un valore assoluto e oggi siamo più consapevoli della realtà rispetto anche a un passato abbastanza recente.

Infatti, con il cellulare e l’introduzione di internet accessibili alla vasta platea mondiale i collegamenti avvengono in tempo reale con ogni angolo del mondo. Se, per esempio, per il mio lavoro ho necessità di consultare gli archivi della National Library di Washington lo faccio stando tranquillamente seduto alla mia scrivania. Qualche tempo fa si è collegata con me dalla Nuova Zelanda una ricercatrice dell’università di Auckland per chiedere informazioni su un mio libro. Abbiamo parlato per un tempo infinito, eppure eravamo in giorni diversi!

Il progresso è stato continuo fin dalla notte dei tempi e l’uomo ha sempre cercato con l’ingegno strumenti di sostegno alla sua attività; a partire, poi, dalla rivoluzione industriale del diciottesimo secolo l’evoluzione in questo campo ha avuto uno sviluppo sempre più sofisticato. Si è trattato, tuttavia, sempre di strumentazioni di supporto che avevano bisogno della sua guida se non anche della sua presenza. Con la rivoluzione telematica si è andati oltre, iniziando il percorso dell’intelligenza artificiale che contiene in sé una qualche autonomia. Siamo solo all’inizio, ma possiamo già rendercene conto con la robotica e quella piccola sfera che molti di noi hanno ormai sulla scrivania e che corrisponde al nome di Alexa. Quando le chiedo qualcosa, il più delle volte mi risponde in modo appropriato.

Ma si sta andando ben oltre. Ho appreso, per esempio che in Cina, un paese che sta diventando il luogo delle meraviglie come ai tempi dei Ming, è stato creato un robot di nome Tong Tong. Si tratta di un umanoide dall’aspetto di una bambina in grado di fare compagnia alle persone anziane sole. Accende la tv, pulisce il latte versato accidentalmente, chiede al nonno un biscotto. È capace, in altre parole di interagire con una persona e assume idonei atteggiamenti in base al suo umore determinato da situazioni di sete, fame, noia, stanchezza o sonno.

Il futuro più o meno lontano è affascinante ma anche irto di pericoli. Tutto dipenderà dalla nostra saggezza o improntitudine e, secondo i casi, un giorno l’umanità potrà disporre di umanoidi in grado di alleviare le difficoltà e la faticosità della vita e di vivere in simbiosi o in contrapposizione a noi. Se, infatti, l’uomo riuscirà a dotarli della coscienza di sé, saranno a immagine del loro creatore con le sue virtù e le sue scempiaggini. Quadrato Rosso

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