Anno XII - n° 63

Rivista on-Line della Fondazione Prof. Massimo D'Antona

Maggio/Giugno 2024

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Anno XII - n° 63

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20 maggio 2024: Commemorazione di Massimo D’Antona a 25 anni dall’omicidio

Tramandare la memoria


L’intervento dell’On. Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle politiche sociali

Maria Teresa Bellucci 63

Grazie Presidente, saluto tutti i presenti, porto i saluti anche del Ministro Calderone che per sopraggiunti e imprevedibili motivi non è qui con noi, ma certamente aveva il desiderio, il piacere e la voglia di poter vivere questo momento di commemorazione.

Io non ho conosciuto personalmente il professor D’Antona, ma ricordo il 20 maggio, ero laureata, una giovane laureata, mi introducevo nel mondo del lavoro, cercavo di poter costruire la mia vita lavorativa e ho appreso della sua morte, del suo assassino, per mano di terroristi, dal telegiornale.

Dentro di me, sono venute a ricordo, le immagini di altre due morti, quelle di Falcone e di Borsellino e devo dire che la cosa, come tutti voi, come per tutti voi, mi ha scosso moltissimo. Mi ha scosso il fatto che per l’ennesima volta si potesse morire violentemente, atrocemente, per le proprie idee, per le proprie azioni, per il proprio servizio alla Nazione. L’Italia di quegli anni era un’Italia atroce, in cui la violenza era presente con un’aggressività che in questo tempo non viviamo.

Bellucci 63 2Per una giovane laureata vedere tutto questo ha certamente segnato il proprio impegno; un impegno politico, un impegno nella costruzione del bene comune, un impegno con una responsabilità maggiore; quella fatta di un’eredità, perché chiunque muore per le proprie idee deve essere onorato costantemente da tutti coloro i quali rimangono e, guardate, quando sono entrata al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e tutte le volte che io entro in questa sala dedicata al professor D’Antona, sento fortemente questa responsabilità. In ogni gesto, in ogni parola, in ogni momento, sento la responsabilità e il carico di quello che il professore D’Antona e poi anche Marco Biagi hanno tramandato a tutti noi.

Questo Ministero è un Ministero che ha una responsabilità in più, un valore in più, una delicatezza in più, è l’unico Ministero che porta dentro la sua storia due morti così tragiche: di chi ha voluto innovare, ha voluto riformare, ha voluto cambiare. Ha voluto fare perché aveva il coraggio di immaginare un futuro diverso per il mondo del lavoro. Le idee hanno il diritto di confrontarsi, ognuno di noi ha idee diverse, ha un’idea diversa di costruzione del bene comune, ha un un’idea diversa del lavoro; ma è la diversità e la bellezza nel confronto di quelle diversità che fa costruire dei punti di caduta all’altezza del compito che noi abbiamo, dei punti di caduta che possono essere i migliori possibili. È per questo che tutti coloro i quali sono portatori e portatrici di idee devono essere difesi, tutelati e non devono essere traditi per le loro idee.

Allora io porto con me tutto questo, io sono Vice Ministro al Lavoro e alle politiche sociali e sono stata onorata di questa grande responsabilità ma per me oggi il professor D’Antona, il professor Biagi, rappresentano un pungolo, rappresentano una consapevolezza, il fatto che la storia oggi passa per ciascuno di noi e abbiamo questa grande responsabilità.

In questo momento, Presidente Ariano, lei compie un atto importante, che è quello del ricordo, perché la memoria è estremamente preziosa ed è nostro compito conservarla, ma lei ha avuto anche la capacità di costruire una commemorazione che tenesse dentro la cultura del tramandare. Le idee non muoiono mai perché continuano a camminare sulle gambe di altri uomini, di altre donne: questo diceva Giovanni Falcone e allora a voi, in particolare, a chi è stato assegnato questo premio, voi in particolare, siete quegli uomini e quelle donne che fanno continuare a camminare quelle idee, noi passiamo, succede a volte per morti così tragiche - appunto un barbaro assassino per mano di terroristi e questo non dovrebbe mai accadere, a volte per motivi naturali - ma la bellezza delle idee è che sopravvivono a noi. Basta che delle menti limpide e vivaci si facciano penetrare da tutto ciò e possono, attraverso il loro talento, la loro dedizione, il loro sacrificio, continuare a farle vivere in quell’anelito di cambiamento e di giustizia sociale che è compito certamente di tutti noi mantenere.

Un premio non è un atto, un esercizio di stile, ma invece è qualcosa di profondo, importante che dà un contributo, insieme a molto altro e io sono molto contenta oggi di aver ascoltato le vostre parole, di aver potuto recepire, attraverso la vostra relazione, quanto lo studio che avete fatto sia stato ispirato dal professor D’Antona e abbia, quindi, avuto la possibilità di prendere vita attraverso quelle parole che avete scritto nelle pagine della vostra tesi; quest’ultima è come un figlio che avete messo al mondo, come lo è sempre uno scritto e che potete lasciare anche voi ad altri studenti, ad altre persone che verranno ispirate dal vostro lavoro e verranno alimentate nel continuare nel solco di quella capacità di costruire un lavoro giusto, un lavoro capace di essere ispiratore e di recepire quel dettato costituzionale che lo pone come primo articolo della nostra Costituzione.

Bellucci 63 1Quindi io vi ringrazio sentitamente perché so che non è facile, so che il momento in cui si studia e ci si laurea, oppure ci si specializza, oppure si prende un master, è di una gioia infinita e comunque il modo in cui noi onoriamo sì il nostro sacrificio ma anche chi ci ha permesso di farlo e quindi anche i nostri genitori, la famiglia, la moglie o il marito che abbiamo a fianco, è un modo per dare senso alla nostra vita e alla nostra esistenza e ciò passa molto per il lavoro.

Io sono una psicologa ma vi dico che l’identità lavorativa rappresenta la nostra identità al settanta percento, all’ottanta percento, noi siamo il nostro lavoro. Io sono una psicologa, voi siete dei giuristi: siamo innanzitutto e prima di tutto questo e poi molto altro, quindi, auguro a tutti voi la migliore vita e la migliore carriera e soprattutto un continuo servizio alla Nazione, che sono sicura assicurerete nei vostri anni avvenire. Quadrato Rosso

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