Una scelta lodevole, quella dell’Amministrazione Comunale di Bitetto (BA), di dedicare il Presepe nella Piazza della Città alle vittime sul lavoro.
Un modo diverso per sensibilizzare la popolazione su un tema particolarmente scottante che, con grande preoccupazione, tocca tutto il Paese.
Riteniamo utile, quindi, pubblicare il testo integrale del messaggio pervenuto al Presidente della Fondazione Prof. Massimo D’Antona, Matteo Ariano, unitamente alle foto scattate da Francesco Vallarella, con una descrizione del Presepe.
LA REDAZIONE
Alla c.a. Presidente Fondazione D'Antona
Dott. Matteo Ariano
Gent.mo Presidente,
cogliamo con grande entusiasmo la proposta di utilizzo delle foto del Presepe allestito nella nostra Piazza Aldo Moro che quest'anno abbiamo inteso dedicare alle vittime sul lavoro. Lo scopo oltre al doveroso omaggio è tenere sempre alta l'attenzione su un tema che affligge la nostra contemporaneità.
Per tale ragione inviamo le foto del Presepe, scattate da Francesco Vallarella, con una breve descrizione del manufatto.
La ringraziamo per l'attenzione riservata al nostro messaggio.
Distinti saluti
Fiorenza Pascazio - Sindaco città di Bitetto
Giulio De Benedittis - Assessore alla cultura città di Bitetto
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Come da alcuni anni, la rappresentazione del Presepe in piazza mira a stimolare nell’osservatore una profonda riflessione.
Lo fa nella sua semplicità carica però di un forte valore simbolico.
La nascita di Gesù rappresenta nella cultura cristiana, ma anche per molti non credenti, amore e gioia ma anche fiducia e speranza nel futuro.
Tutto ciò non avrebbe molto senso, infatti, se i sentimenti con cui ci accingiamo al Natale non fossero tesi ad un orizzonte nuovo, di cambiamento e rinnovamento di quanto ci circonda.
Il Presepe, affidato anche per quest’anno alla cura dell’artigiano Mino Marrone, rende omaggio alle tante, troppe vittime sul lavoro. Un caschetto rosso rovesciato e un’imbracatura di protezione posti a sinistra della rappresentazione, evocano i tanti lavoratori che nello svolgimento della propria attività sono vittime di infortuni. Sono anche essi angeli nel presepe, vegliano intorno alla grotta.
L’omaggio doveroso però non basta. Serve un cambio di passo culturale perché “non possiamo abituarci, la vita non si smercia per il profitto” come ci ricorda Papa Francesco.
Dunque, che sia un Natale di pace e serenità, e che ci induca a rallentare i ritmi frenetici per abbracciare la cultura della vita. Di una vita nuova.
A tutti voi, gli auguri di buon Natale!
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