Effemeridi • Pillole di satira e costume, per distrarsi un poco
Purtroppo a volte una guerra non può essere evitata. Se qualcuno ti aggredisce, che fai, non reagisci? In questo caso, infatti, o alzi le mani e diventi schiavo o contrasti l’aggressore per cercare di mantenere libertà e dignità. La guerra di aggressione è l’atto estremo della violenza collettiva. È l’anello al vertice della catena d'infamie umane la cui parola d’ordine è di uccidere il nemico, vale a dire il prossimo nostro. A volte c’è stata anche la complicità di religiosi con la benedizione di fucili e cannoni. Nel corso dei millenni ha provocato la morte di centinaia e centinaia di milioni di vite, prevalentemente giovani, sacrificate per soddisfare le brame della ristretta cerchia dei governanti, il cui potere è derivato quasi sempre da atti violenti.
Per un tempo indefinito non è esistito alcun rimedio all’uso di tale forza bruta perché il popolo che pagava lo scotto maggiore non aveva voce in capitolo. Nel migliore dei casi veniva tacitato con panem et circenses come facevano gli imperatori romani. Il potere di re, imperatori, tiranni, dittatori, vertici religiosi e oligarchie non è stato mai fatto risalire alle decisioni dei governati bensì, per un lungo periodo, alla volontà divina, svincolandosi così dai precetti della legge. Tutto ciò fino alla fine del diciassettesimo secolo quando è nata la democrazia rappresentativa in Inghilterra estesasi progressivamente agli Stati Uniti e alla Francia con le loro rivoluzioni e poi, seppur lentamente, negli altri stati nazionali dell’Europa.
L’unico antidoto alla guerra è dunque la democrazia. Attenzione, però, perché tale termine è stato spesso usato a sproposito e si è abusato di esso così come del consenso popolare. Tanti Stati si fregiano di questi termini ma sappiamo che i loro governi sono il risultato di lotte intestine di partiti o fazioni.
La vera democrazia è quella i cui poteri, legislativo ed esecutivo, sono di derivazione popolare attraverso libere elezioni a suffragio universale e a scrutinio segreto. È un’istituzione perfetta? No, ma come diceva Winston Churchill, è la peggior forma di governo tranne tutti quelli che l’hanno preceduta nella storia. Imperfetta, dunque, ma da proteggere perché è la migliore finora sperimentata dall’umanità.
Grazie a essa è difficile se non impossibile che un governo dichiari una guerra di aggressione perché sicuramente non avrebbe il consenso degli elettori e dei suoi rappresentanti. Diversi sono gli esempi nel corso della storia contemporanea che avallano la mia asserzione. I governanti di Francia e Inghilterra interpretando il desiderio di pace dei loro popoli usciti stremati dalla Prima Guerra Mondiale, cercarono in tutti i modi, anche se invano, di evitare il conflitto contro il nazismo. Il presidente americano F. D. Roosevelt mantenne fino all’ultimo l’impegno assunto con gli elettori sulla neutralità, nonostante la sua vicinanza alle due grandi democrazie europee in difficoltà nella lotta contro il nazismo. Vi entrò solo quando il Giappone attaccò a sorpresa la flotta statunitense a Pearl Harbour.
Purtroppo gli Stati democratici nel mondo sono una minoranza e questo fa sì che in diversi punti del globo divampino tanti conflitti. Anche in Europa, culla in passato delle guerre più sanguinose della storia, la pace durata per quasi ottant’anni è stata interrotta dall’assurdo desiderio di conquista territoriale da parte di un dittatore che governa l’impero più esteso del pianeta, con l’aggressione improvvisa a uno stato sovrano, provocando un conflitto sanguinoso. In Italia la volontà popolare ha espresso il ripudio alla guerra nella Costituzione, un sentimento che dura nel tempo e che oggi attraverso i sondaggi si esprime in modo totalitario.
Sono sicuro che se un giorno la democrazia diventasse un sistema di governo universale, la pace regnerebbe sovrana.
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